Vogliamo sentire
il vento il mare il canto dell'usignolo l'infrangersi dell'onda lo spezzarsi e lo sbriciolarsi della crosta del pane tra le nostre mani e avere sul tavolo del mattino un sapore in marmellata d'uva spina acerba sulle dita
per questo siamo disposti a
ad abbracciare uno sconosciuto
ad innamorarci
di una stella caduta a terra
di un castello di sabbia di un viale di ghiaia di un gesto inusuale di uno scricchiolio quotidiano
danzare
con un fiore di primavera
in un cielo d'autunni
baciando la luna con un albero in testa ed un torrente in piena sotto i piedi
fuggire lontano
fare lo stupido
accogliere ospiti
lontano da quel monotono io che ci segue che ci parla che ci specchia sempre nella stessa voce tal da apparire come un suono dal silenzio mortale
anche un piatto che si rompe un quadro che si stacca una porta che sbatte un uomo che piange una parete che crolla un amore che finisce un universo che muore
ci dà vita
emozionarci d'infiniti balbuzienti di eternità anche a stampelle di oggetti e albe ricoverate in casseforti di pelle
è
chiave d'apertura
e
frattura
d'immemso
il silenzio
che ci seppellisce e ci circonda