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L'ultima alba
Tra le tempeste del dolore,
nel rapido scorrer dei giorni,
pur impavido nocchiero,
imbarcai acqua,
ne lo periglioso navigar
della vita mia.
Ma ancor lunga
e solitaria è la via,
e raffiche di pioggia
oscuran il fluir del tempo.
Si succedon sempiterni gli anni
a dispetto dell'Amor.
E nell'etterno rifluir del tempo,
sempre più lontano
esilian quest'uomo
dal suo Creator.
Ne le morte stagion
caduche foglie di dolor
stormiscon tra le fronde.
Più volte invano
ho desiato il lenir
d'ogni mia sofferenza.
Anche le cime dei salici
chinan gentili la loro testa
al passaggio della tormenta del dolor.
Ma ormai più
gli occhi miran quella luna,
che sempiterna,
alta, risplende.
E ormai solo, addolorato, cammino,
valicando le asperità dell'animo
tra le nevose cime dell'indifferenza
e gli immensi ghiacciai del cuore.
Nere nubi attraversan erranti 'l cielo.
E soffia 'l vento tra mille tempeste,
oscuro presago d'ancor più terribil venture.
Pur l'antico cipresso geme, inerme,
col capo a terra piegato,
seppur alla bisogna abituato.
Ormai tarda la sera della vita,
quando sta per spirar ogni speranza,
mi sorprendo a sorridere.
E tra 'l sussurar della brezza rimiro,
o Etterno Padre,
la Tua luce imponente che s'erge,
ad ogni creatura provvidente.
E festoso è il mio ritorno a Te,
Fonte dell'Amore.
Nel buio ancestrale,
un raggio di luce,
un sorriso...
l'addio.
E nella Luce
muore 'l mio pianto
riposa nel Tuo Cuore
il mio cuore.
Asciugo le lacrime,
felice,
al sol riudir
l'antico canto dell'Alba.
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