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Forse avevi anche un nome

Stuprate pure la vostra intelligenza,
fate a pezzi e mangiate
quello che di umano vi è rimasto.

Date sfogo ai vostri istinti
intrisi del sangue rappreso
di chi non ha difese.

Gira, gira sui carboni ardenti
l'oscuro oggetto del desiderio
di chi si nutre di carogne.

Avvoltoi avvolti in giacche grigie
scattano foto ricordo
nell'attesa della preda.

Eppure lui aveva un volto,
eppure lui aveva un cuore,
e forse aveva anche un nome.

Sognava prati verdi
freschi di rugiada
e mani amiche sul suo viso.

Ha trovato il freddo di una stalla,
mani e occhi senza amore e
giorni passati in attesa dell'esecuzione.

Io sento dentro me il tuo dolore,
piango per lo strazio e il vilipendio
e prego per chi non ha pietà.

 

l'autore VINCENZO ROCCIOLO ha riportato queste note sull'opera

A volte c'è bisogno di spiegare: questa poesia nasce dopo aver visto un vitello cotto nella pubblica piazza sotto gli occhi anche dei bambini. Ho provato pietà per quel povero animale ed ho scritto.


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2 commenti:

  • Chira il 26/08/2014 19:31
    Se riflettessimo a fondo e con la sensibilità tua diventeremmo tutti vegetariani...
    Chiara
  • eurofederico il 26/08/2014 17:54
    versi molto attuali!

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