Composizione essenziale e di grande impatto emotivo. Davvero bella ed incisiva nel suo stile personalissimo che rende alla perfezione una suggestiva atmosfera fatta di dettagli e stati d'animo. Molto apprezzata.
In pochi versi un contenuto importante: la paura di star male e di non trovarsi il giorno dopo. Tema serio ma trattato con misura, senza isterismi. Bravo.
Anonimo il 27/08/2014 11:05
augusto... proprio oggi che mi son deciso a pubblicare la mia Vecchiaia, dopo anni di letargo, questa poesia mi pare quasi riportare allo stesso tema... ma non è vero panico, almeno credo...è stupore esistenziale, o forse sbalordimento improvviso per una constatazione... o no?... ciaociao
Caro Augusto, nel ricambiarTi i più sinceri auguri per un nuovo anno sereno ed intenso, colgo l'occasione per riassaporare l'emozione di rileggere questi Tuoi stupendi versi. Con stima. LIAN99
il titolo è fortemente indicativo ma, se si analizza a fondo la lettura del verso è meno facile, perché si presta a più di un'interpretazione e gli allusivi sono tanti. Con il permesso del bravo Augusto, analizzo a mio uso e consumo... il "vuoto", il "panico" e "l'assenza". Il "vuoto" può essere visto come quel pezzo di vita che il sonno profondo della notte crea e toglie alla nostra esistenza. Il "panico", se pur transitorio, viene a chi pensa al rischio -pur naturale- di non risvegliarsi più. "L'assenza" è il rimpianto del poeta per qualcuno che riempiva la sua giornata fino allo scambio della buonanotte e di cui pesante è la mancanza. Di certo una poesia breve, ma ampia e attraente, dove le tre pene sussistono indivisibili e gravose.
io nn ho paura, della morte.
nn mi interessa vivere troppo a lungo, in un mondo di merda.
splendido testo. ciao
Anonimo il 27/08/2014 11:47
augusto, mio padre era un damerino, al contrario di me... aveva trenta paia di scarpe, tutte di gran lusso... io ridevo quando lui si vestiva, e lui rideva di me... quando è morto( viveva in casa mia che poi era sua) mi sono ritrovato vestiti di sartoria, scarpe, camicie guanti e quant'altro... eppure a volte indosso i suoi vestiti e porto le sue scarpe con allegria( avevamo la stessa corporatura, la stessa taglia)... non credo sia paura, la tua...è una maniera di fissare gli avvenimenti... ci deve essere un modo per uscirne, ne sono certo... magari vivere fuori di notte e dormire di giorno, anche all'aperto... ahahahah... ciaociao, stammi bene
P. S. ah, e scrivi di notte, no?... a proposito come va il libro?
Mah... Giacomo... Non lo so... ma la cosa mi turba parecchio...
... Forse... mi ricordano i giorni successivi al lutto di mio padre... C'erano tutte le sue cose... comprese le sue scarpe... Maledettamente vuote...
Ho paura della morte?... Siiiiiiiiiii!!! ---