Te ne vai e ti guardo,
malinconico sguardo;
su lenzuola arruffate,
le tue impronte lasciate;
due forcine e una calza,
ferma sto in piedi e scalza;
e tutto ciò che resta
nell'anima mia mesta,
in un piccolo cuore,
d'una notte d'amore.
Rivolo d'acqua nera
ha percorso la sera;
è brina nelle vene,
per il giorno che viene;
dolore esistenziale,
fa tanto tanto male;
come fior di fanciulla
nell'inutile nulla.
Mi affaccio alla finestra,
un giallo di ginestra
nel cuore che si macera,
un singhiozzo che lacera;
nel sangue rosso e spento,
un brivido di vento.
nel freddo ormai glaciale
d'un giorno già invernale.