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Vettovaglie

La stranezza è l'enunciato
L'incongruenza il teorema
Esse sono parallele in un'asta di cerchi
Esse fanno di noi
Ciò che siamo

Il sole è un bimbo pestifero
Che preferisce il vento per i suoi giochi proibiti
L'umida luna è Ridotta a una ciglia bianca
nell'oscurità
Non sa più parlare

Non sarà certo quest'infimo cosmo
A rovinare in un giorno di nebbia
Non saranno le foglie a staccarsi da una vita acerba
Ma l'autunno che osa scivolare sull'acciaio
È in debito con le nostre domande

Il dito ci indica come di turno
Forze centripete turbinanti nel nulla
Qualcuno senza nome né numero
Divorerà ancora i nostri pensieri.

 

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1 commenti:

  • augusto villa il 05/11/2014 23:37
    Davvero bella... Soprattutto gli ultimi quattro versi!
    Brava Laura!

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