Dolcemente ti insinui nei miei sogni,
e proprio come un tarlo
corrodi il mio castello di certezze.
Vorrei distruggere l'immagine che ho di te,
un'immagine che mi ha confusa,
pietrificata,
che mi ha lasciata senza fiato.
Così come Narciso
è ossessionato dalla sua immagine,
io sono ossessionata da te.
Io Dante, tu Beatrice.
Io Achille, tu il mio tallone.
Un amore platonico
destinato a rimanere tale
perché la sua realizzazione lo guasterebbe,
contaminerebbe, con il peccato,
la sua eterna purezza.