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Incendi boschivi

Null'altro s'ode,
che sinfonie stridule,
di cortecce e foglie
schiave di urla diluviali,
pelle ignobilmente scottata,
dalla bifronte creatura di Prometeo.
Geme in lontananza,
d'una sigaretta l'anonima sagoma,
appartenuta a labbra
di ruscelli ramati,
di perfidia e follia imbevute.
Acqua giungerà
nobile e fraterna
a chiudere il tetro sipario
sul triste volto e consunto
di alberi che sorrisero timidi e maestosi
a una teoria di giorni di Natale,
e oggi primattori impotenti sono,
di un mesto,
vigliacco funerale.

 

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 11/12/2014 17:52
    Un acuto che si fa doverosa polemica... Intenso verseggiar... Il mia saluto Cristiano.

1 commenti:


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