Orde di carrelli frusciano,
d'ineffabili prelibatezze ribollenti,
potenze di cibo,
inconsapevoli ancelle
di trasmutazioni sin artistiche,
in atti di leccornia.
Antri invitanti,
sono gli scaffali scintillanti,
echeggia tumultuoso,
nelle dimore della mente e del cuore,
l'anelito al favorito sapore.
Finch'alla cassa
concerti di mani
labbra di sacchetti aprano,
per ospitarvi il diluviale nutrimento.
Ma laggiù una cesta tintinna,
supplicante e dal cuor cullata,
"donate riso, pasta, olio
o ciò che il vostro cuore canterà,
a chi prostrato giace,
dalle spire vigliacche della povertà;
e ricamar saprete,
la storia ancestrale,
della nascita d'un nuovo sorriso,
che le famiglie schiave dell'inedia,
cercando vanno di ridare al loro viso".
Pacchi ricolmi allora,
dell'autentico coraggio d'amare viaggeranno,
sul treno inviolabile
d'una concreta, tangibile solidarietà,
e ogni calendario scorrere farà
giorni su fogli d'autentica verità.