username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Sul sagrato del cielo

Ho desiderato di baciarti,
lì sul sagrato del cielo.
Tra un din e un don delle campane stupite,
solo che, quel giorno, le campane suonavano a martello.
Avevano un suono cupo, di lutto,
ed io avevo questo mio desiderio appuntato
sul risvolto delle ciglia turchine.
Ho desiderato baciarti
dopo un lungo soliloquio di sospiri,
dopo aver ricostruito il tuo volto
a me sconosciuto
e trapiantato sulla tela di un ricordo scolorito.
Avevo di te vaghezza di stature e di sguardi
e il suono di una voce mai udita...
Gli occhi quel giorno si fecero uncini
Si aggrapparono a quella visione
E mai avrebbero voluto staccarsene,
tu scivolasti leggero sull'orlo delle mie labbra
Ti vidi barcollare
Ti vidi
Mentre
Mi porgevi
Le tue labbra avide
Mentre le posavi
Sulla rosa della mia bocca
Aperta e sitibonda
Mi vidi,
Ti vidi...
Poi un tocco doloroso di campane
mi riportò alla realtà
e tu, tu non c'eri più,
eri rimasto nel sogno.
Li era il tuo regno
dove regnavi incontrastato
sovrano delle mie visioni
e della mia follia.
Mi fu testimone il campanile
Lui c'era, vide, e capì,
quanto avrei voluto baciarti!
Mon Amì

 

2
3 commenti     1 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

1 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati
  • Alessandro il 26/01/2015 18:18
    "Vaghezza di stature e di sguardi" è la metafora che più mi è rimasta impressa, rende alla perfezione l'idea di un incontro onirico.

3 commenti:

  • Ada Piras il 28/06/2015 14:58
    Bellissima... quanta poesia!
  • Fabio Mancini il 31/01/2015 18:34
    Riconosco la leggiadria del tocco, il potere evocativo del verso, la fantasia dell'animo. Posso dirti che così mi mancavi da tanto. Ciao, Fabio.
  • andrea il 26/01/2015 20:04
    Ciao Anna, bella, triste ma bellissima poesia.

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0