Volavo un tempo
quando la gioia
illuminava il mio
volto di bambino.
Mi alzavo in volo
chiudendo gli occhi
e allontanando il mondo
coi suoi tristi affanni.
Il terzo gradino della scala,
il piede destro alzato
ed ero lassù in alto
fino a toccare il tetto con un dito.
C'era chi correva verso il nulla,
chi guardava senza vedere,
chi sentiva senza ascoltare,
chi respirava senza vivere.
Fermatevi, uomini e donne
col cuore chiuso e senza sangue,
venite quassù in alto con me
dove tutto è luce e senza ombre.
Era triste tornar tra i grandi
a toccar con mano paura e odio,
a leggere negli occhi la noia
di chi ha perso la voglia di giocare.
Adesso rido senza gioia,
adesso piango senza lacrime,
adesso soffro senza male,
adesso cammino senza testa.
Vorrei volare, ma non c'è più la scala,
vorrei alzarmi, ma non c'è più il gradino,
vorrei ridere, ma non c'è più il sogno,
vorrei giocare, ma non c'è più il mondo.