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Portato in onda dal Tuo seno marino

"Mais, vrai, j'ai trop pleuré ! Les Aubes sont navrantes.
Toute lune est atroce et tout soleil amer :
L'âcre amour m'a gonflé de torpeurs enivrantes.
Ô que ma quille éclate! Ô que j'aille à la mer! " A. R.


La Tua
inaccessibile sirena dal ventre piatto danza nei miei occhi come una creatura creata e modellata dal sole
e
Tu mare
infrangendo il Tuo tridente su scogli muti

inumidisci
le mie labbra senza motivo di interminabili languori e squame impazzite

l'aria salina
come un pulviscolo di stelle mai accese
brucia dall'infanzia i miei polmoni

nati
in branchie sulle bordo delle acque

corroso
nel mio animo
corro
ancora da Te

come un incendio di bosco privo di ossigeno e lasciato dal fuoco incompiuto di cantine

Oh Mare
delle ancore affondate
degli angeli atlantici
dei disperati salvataggi dalle vele dispiegate

ho bisogno
di respirare il Tuo più intimo segreto

di disfare
sull'onda tumultuosa del Tuo seno
la zattera dei miei sogni

e
disperdere tra le alghe dei Tuoi capelli sciolti nel vento

la zavorra vorace
dei miei abissali nubifragi

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Michele Prenna il 22/03/2015 16:52
    Uno stile epico in questa lirica di grande impatto emotivo non lascia indifferenti, ma prende come l'amore cantato del mare.

2 commenti:

  • Anonimo il 22/03/2015 23:30
    quello di Vincenzo è un vero idillio con il mare... si sente l'odore di sale e il fruscio delle onde... grande.. immensa metafora d'amore...
  • Ugo Mastrogiovanni il 22/03/2015 10:29
    Capitanucci ci sorprende ed emoziona: per quelle maiuscole riverenti, per quell'allegria angosciosa, per quei suoi abissali nubifragi che elevano sempre di più la sua arte

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