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La casa

Era tanto che non le si dedicava.
La casa le era sempre sembrata vuota,
l'apprezzava soltanto in compagnia
di parole inutili e silenzi ingombranti.

Il disordine aveva confuso la polvere
e gli oggetti la facevano da padroni,
anche il silenzio era rumore,
bisognava fare ordine per non morire.

Clelia è sempre stata distratta,
verso le sue cose troppo sciatta,
ha deprezzato cristalli di Boemia
per terracotta e chincaglieria d'epoca.

Rimuovere quel sudiciume
grasso e vischioso delle illusioni
non è un'impresa facile,

sul pavimento troppo lustro
ha terrore di cadere
perché s'è mai accorta di
non essere mai stata a sedere.

Le sedie intonse lo dimostrano
ma Clelia è stolta
e la vita le si rivolta.

Prende la casa come una bambola,
non l'è mai piaciuta come giocattolo,
la spoglia e la stupra e sembra contenta,
quanto piace a noi donne farci del male!

Abituate a pensare al plurale
ci scontriamo con il singolare
e pure se ci fa male
non impariamo a volare!

 

l'autore silvia leuzzi ha riportato queste note sull'opera

Fortemente ispirata alla poetica di Kavafis


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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 27/03/2015 15:37
    La casa... il giocattolo che veste il nostro costume interiore... Meditabile verseggio...

3 commenti:

  • silvia leuzzi il 02/04/2015 09:05
    grazie Frivolous tu sei un grande
  • frivolous b. il 01/04/2015 13:49
    davvero una grande e bella poesia! Metafore bellissime... sei una GRANDE!!!
  • silvia leuzzi il 27/03/2015 19:03
    Sempre delicato e presente, grazie Rocco un abbraccio

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