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Grattacieli d'aria

Sale l'arpeggio
e stritola magoni
nutriti, mal sfamati
sotto pelle.

Sale gagliardo,
s'innalza riflesso
nei grattacieli a specchio
in trionfo di volume
sulla morte che respira,
questa morte esalata
dall'anima che grida.

E sale a miglior vita
in cima al tetto palco
carico di suoni ed elettroni
che connettono
gli uomini alle fedi
da dove se chiudi gli occhi
e ti lasci cadere
cadi in piedi.

 

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1 recensioni:

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  • Walter Tresoldi il 07/05/2015 09:07
    Ritrovo in questi versi atteggiamenti e modi di porgere che condivido.
    La poesia corre dalla realtà all'anima, che non può che gridare.
    L'ultima strofa sembra recuperare una certezza: che l'abbandono a non meglio specificate "fedi", ti salvi, anche se sei pienamente cosciente di cadere.

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