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Tra gli archivi della quiete

Vendo l'ira a un irrequieto mercante,
firmo col sangue la mia gioventù;
raccolgo il cuore di un distrutto viandante,
ad occhi vuoti m'immagino ancora lassù.

Mastico amarezza ma non metabolizzo,
il mio fisico inerme e la testa che affoga
in acque nostrane e di quelle che ipotizzo,
resta intatto il mio cuore che la mente soggioga.

Cibandomi dei vecchi e amabili momenti,
stringendo nella morsa della nostalgia il malandato cuore;
e sorridendo a quelle bislacche e folli menti,
ancora rido e resto senza parole.

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 28/05/2015 15:07
    Il ricordo nostalgico di una vita passata ma ben presente nella mente dell'autore. Apprezzata

2 commenti:

  • Valerio il 30/05/2015 15:15
    Vi ringrazio entrambi
  • Gianni Spadavecchia il 24/05/2015 07:26
    Un attimo malinconico ma non triste. Che ti rievoca ricordi ed emozioni passate;mescoli, tra ciò che è successo, ciò che immaginavi. Come a voler rendere partecipe ogni tua fantasia di una realtà conservata in quella quiete che ti trasporta da presente a passato.
    Belle le rime, rendono più musicale la poesia.

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