Molto lieve questa tua riflessione: poeti soffiatori di bolle di sapone dove lo sforzo è minimo o soffiatori di vetro dove lo sforzo è massimo meritano di essere ricordati per il loro incanto che è un compito sempre molto serio e sentito...
I poeti uscieri lasciano che le parole si avvicendino a rinnovare le usate con le inusitate. Mi piace il raffronto del poeta con chi elabora e libera parole e pensieri in una fanciullesca gioia poetica. Non tutti riescono nel proposito ed usano il loro ristretto lessico come se fosse acqua di fonte che ritorna in circolo vizioso.
Lodevole l'estro poetico!
Spesso i poeti esprimono con i loro versi la sofferenza e le parole vengono forgiate come pennelli nelle mani del pittore; è pur vero che: " se soffi dentro il loro corpo" il poeta è capace di generare incanti... molto molto bella. Comlimenti!
Le parole, queste mutevoli alleate del poeta, che se da lui "soffiate" ovvero utilizzate in diverso modo, come lui solo sa fare, incantano financo la luna.
E riportano alla gioia ignara e semplice dell'età nostra più verde e innocente.
La leggerezza e mutevolezza del tuo poetare... m'incanta..
Il lessico non eccessivamente ricercato rende fluida la lettura ma non c'è il rischio che la poesia appaia poco elaborata grazie agli accostamenti particolari che svelano nuove sfumature del significato delle singole parole
GIOIA POETICA? CHIARO VISO FANCIULLESCO!
Hai letto... straordinariamente... l'alternarsi degli anni...
Rimane solo... e sempre... l'allegro... della prima età... Poi... un percorso indicibile in "pozzanghere di pianto salmastro e muto"...