username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Perché piangi? Io sono qui

Fosti arrestato per quel delatore
e poi nel cupo carcere condotto
eri nel sesto braccio a San Vittore
infine nel lager fosti tradotto.

Nudo. Coperto sol d'umiliazioni
tra mille e mille altri quasi già morti
sopravvivesti a quelle privazioni
ma i segni nell'anima ancor ti porti.

Partisti gagliardo nobile e bello
dal senso di giustizia eri ispirato
ti tolsero i gradi di colonnello
eri un relitto quando sei tornato.

Sappi papà che a lungo ti ho atteso
sotto le bombe nel tetro rifugio
dov'eri tu non avevo compreso
ma sempre ti cercai nel cielo bigio.

Poi un dì vidi un pover'uomo in giardino
alto magrissimo avvolto di stracci
io portavo il latte del contadino
ma non potei frenare i miei abbracci.

Papà mio bello, padre mio adorato
scusa queste mie lacrime copiose
ma questo giorno ho tanto sognato
bisognosa di parole affettuose.

Tu padre mi accarezzasti i capelli
dicendo: perché piangi? Io sono qui.

Fu quello uno dei momenti più intensi
frutto d'amore e sentimenti immensi.

 

l'autore Antonio d'Abbieri ha riportato queste note sull'opera

Storia vera di un ufficiale scampato agli orrori di un lager nazista. Torna un giorno e la figlia bimbetta lo riconosce. È un momento d'emozione indescrivibile che indegnamente provo a.. descrivere


1
4 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

4 commenti:

  • Antonio d'Abbieri il 23/02/2016 18:55
    Rispondo a Fabio Mancini che ringrazio per il suo gradito commento. Non mi sono ispirato a una storia della mia famiglia ma alla storia vera di Ubaldo Pesapane (cercare su internet). L'ho trovata casualmente durante le mie ricerche storiche per scrivere il libro sul sommergibile Nichelio durante la guerra. Le due storie si sono intrecciate ed io ho preso contatto con Giovanna Pesapane figlia di Ubaldo. Sono rimasto colpito dalla bellezza della figura di suo padre Ubaldo e per questo ho voluto dedicare a Giovanna questa poesia che sintetizza la storia del padre e il momento commovente in cui si sono riabbracciati.
    Consiglio a tutti di leggere le storia del Maggiore Pesapane per meglio apprezzare questa poesia.
    Grazie a tutti per i vostri commenti.
    Ciao,
    Antonio
  • Fabio Mancini il 17/10/2015 14:57
    Mi piace e trovo abbastanza nobile l'argomento che hai scelto e penso che (forse) sei stato ispirato dalla tua realtà famigliare. Ciao, Fabio.
  • Chira il 10/06/2015 11:28
    Quell'"io sono qui" pare voler cancellare tutto il dolore e riportare tutti gli abbracci e i baci mancati... il padre è ancora e più che mai sicurezza e amore per la figlia. Bella!
    Chiara
  • Chira il 10/06/2015 11:24
    Momento emozionante che hai descritto DEGNAMENTE... per non dimenticare e affinché nulla di questa storia torni ad avvilire l'umanità...
    Chiara

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0