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Follie epatiche (ultima parte)

E fu sì, con questo sfogo,
nel folle turbinìo
di tal letal pensieri,
che infin riconquistai
la mia viva coscienza.
Nel retro rivoltandomi
ancora io vedea
quell'immane baratro
che a piè pari saltai
e che ad ogni mortal
è sempre alfin fatal.
Ed ancor tutto tremante
per quello strenuo salto
che tutto mi rallegro:
io, unico mortale,
di essere tornato infine
dagli irreversibili limiti
della follia epatica.
Che sempre ti fa stare,
solo tra te e te,
facendoti paventare
e mostri e spie e iene,
su per oscuri confini,
non ben delimitati,
che in ansia ti mantengono
con ritmi circadiani.
Perché tra ansiose notti
che il dì in parte spengea
e poi mi ritornava
con il calar del sole
l'ansia ingravescente
che poi si approfondava
col buio della notte,
tornando le ansiose notti
che il cerchio completava.
In siffatti circuiti
la mente imprigionata
di tal pazza follia,
giammai si liberava
ed infin la pietà divina
di questo si turbò
e per quell'immenso baratro
di nuovo mi buttò
di fronte a tante e sempre
di nuovo amorevolezze,
che lascian imperterriti alcuni,
talaltri fingendo fingono
almeno di assaporarle.
Ma il pazzo impenitente
tutte se le beveva,

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2 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 18/06/2015 08:36
    Espressivamente magistrale... non resta che riflettere... per migliorarci... Il mio elogio Francesco
  • Vincenzo Capitanucci il 18/06/2015 06:14
    Mi fu-si.. con la viva coscienza.. a piè pari saltai gli opposti e la morte..

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