Tutto ha un costo nella vita
eccetto i sogni.
Sogni d'amore per genitori
o figli, o amanti, od avventori.
Sogni leggeri, avvolgenti,
a volte complici
d'un avvenire spesso alienante.
La mente vaga, fluttua, si perde
per quel qualcosa che non si ha presente.
E gli occhi si perdono in mille passioni,
la mente vaga in eteree allusioni.
Che bello sognare ciò che si spera,
ma niente dirà se poi una parte si avvera.
Tutto ha un costo nella vita
anche i sogni.
Sogni di sonno per ciò che è passato,
ma che nell'anima ci han lasciato
laceri segni che vorremmo tranciare
per poter vivere un sogno letale.
Letale nel cuore, nel polso, nell'io
che sonnambulo vaga sperando un addio.
Non alla vita, ma nel suo insegnamento,
che traccia binari solcando un lamento.
Son incubi truci, violenti, dolenti,
figli di vecchi dolori esistenti.
Dolori che credi di aver superato,
di giorno, di testa, di minuto in minuto.
Ma quando le membra e la testa si perdon
nel nulla di un sonno che sembra normale,
voraci gli spettri di ciò che ti resta
dal cuore ti azzannano molto mordaci.
Son lame affilate, che trafiggon feroci
il vecchio passato, dolente, presente.
Eppur speri sempre di averle lasciate,
ormai come squarci di cuore,
quel cuore che batte soltanto per vita,
non più per dolci pensieri d'amore.
Io vivo di queste dolenti espressioni,
compagne di lotte agitate nel sonno.
Mi segno nel petto ogni sera la croce,
chiedendo al buon Dio di non esser FEROCE.
Se gl'incubi poi mi faran da padroni,
desidero solo che domani siano buoni.
Che siano perenni sogni d'amore,
per tutto, per niente, ma sempre migliori.
Per ciò che mi appare, per ciò che ho vissuto,
vorrei solo sogni di intimo aiuto.
Intimo fino alla sola presenza
di esser me stessa ogni oltre presenza.