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Padre

Come lamine di cartavetrata
le tue mani accarezzano
immaginariamente
il mio viso.

Sono ruvide d'amore
Padre.

Padre che
come tutti i padri
hai saputo accantonare
il tuo ego ingombrante
nella cantina della devozione.

Devozione alla casa
alle glorie e agli affondi della casa.
Alle disavventure, ai festeggiamenti.

Oggi riemergono dal timido cielo stellato
le tue paure di non essere stato un buon insegnante.
Le vedo scritte su ogni filamento di stella.

Non è stato così, mia luce guidatrice
se sono quel che sono è anche e soprattutto grazie a te
Specchio riflesso di quest'anima turbolenta.

 

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1 commenti:

  • Ugo Mastrogiovanni il 19/08/2015 11:38
    Sapore d'origini sane e forti in questi versi; grande e totale è la riconoscenza del figlio, che in questa poesia immette profumo e sensazioni immortali per il giusto valore di quel padre operoso, maestro indimenticabile. Un lavoro veramente apprezzabile.

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