Prima di coricarmi ho guardato il cielo.
Era terso e stellato, come disegnato perfettamente
da una mano rigorosa. Guardandolo mi sono ripromesso
di non pensare più al passato(non almeno a quello che
fa male) e di non proiettarmi troppo nel futuro.
Dopodiché sono entrato dentro e mi sono messo a letto.
Ho cominciato a scrivere questa poesia che era appena
passata l'una. Troppe cose mi sono passate per la testa.
La scalinata di Montalto dove ci si riuniva appena
quindicenni a fumare le prime sigarette. Le calde giornate
al mare, bambini, fuori di testa e felici. E poi ho pensato
a te che litigavi con tuo padre in nome della santa libertà.
Le mie promesse di una gioventù eterna sono svanite, irrecuperabili.
Ma sento ancora qualcosa da dentro che suona e gorgoglia. Non è
la gioventù, è un surrogato della gioventù, qualcosa per cui le
tapparelle e tutta la casa vibrano al ritmo di questa poesia.
è bello ricordare certe cose. Questo passato lo posso ancora ricordare.
è melanconico, ma non melenso. Voglio chiudere dicendo che t'amo
che amo questa notte, questa casa, le creature e tutta la vita per
intero. Sono banale? No, semplicemente innamorato.