Mi porto, in dosso,
le facce del tempo,
come un cappotto
di lana vergine,
rivoltato più e più volte,
ritinto anche,
e comunque fuori moda.
Le ore,
scandite,
da piccole o grandi rivoluzioni,
scoperte, conquiste,
vittorie sofferte,
cocenti sconfitte;
accatastate
nel buio ripostiglio
dei ricordi.
Cammino ancora la Vita!
Postura non più ritta,
un poco ingobbita,
la faccia scolpita,
gli occhi distratti
da sapienti artifici;
casini e bordelli
aperti,
chiusi, riaperti,
da una vita puttana
e il magnaccia di turno.
L'ovvio relegato
a blasfema bestemmia,
astruse ricette,
partorite,
da menti in malafede,
speranze rubate
a vite nascenti,
sogni oscurati
a gioventù e adoloscenti.
Cuore inquieto il mio,
in apnea,
nel limaccioso
e mai sereno
tempo che fu.