Dicono che i poeti sono strane creature,
ed io, forse, lo sono davvero
se mi fermo a liberare una farfalla
impigliata nell'abbraccio di un rovo
e, tergendo l'indice samaritano,
m'immergo in un volo senza zavorre di carne.
Dicono che i poeti sono sognatori,
ed io, forse, lo sono,
se tentando di comporre un'elegìa
alla luna, mi sorprendo a passeggiare
sul Carro dell'Orsa, e a contare
le minute stelle, come il bimbo
il suo pallottoliere.
Dicono che i poeti sono maledetti,
ed io rubo un verso a Baudelaire,
quando, spremendo un grumo di parole,
vorrei aggettivare l'ansia che mi coglie
se il faro del tuo sguardo
non m'illumina.
Dicono che i poeti sono tristi,
ed io lo divengo ogni volta
in cui, dai teatri domestici giungono,
come frustate d'uragano,
i volti smagriti dei bimbi etiopi
sulla mia lauta tovaglia di damasco.