Caro Abele
a volte Ti penso
e
Ti vedo già condannato
ad essere ucciso ancor prima di essere nato
quanto vorrei essere stato creato
direttamente dalle mani di Dio
in luce e amore
e
non in questa terrificante babele
dove ogni creatura per sopravvivere è costretta a divorarne un'altra
a questo flagello non abbiamo mai posto rimedio anzi l'abbiamo intensificato fino ad estrema follia
quando guardo
piante prati alberi e fiori mi emoziona
vederli cullati
dalla braccia del vento
mi sembra quasi che con il mio primo passo ho strappato le radici che mi legavano alla sacralità della terra
o
forse sono dovuto fuggire
mettermi in movimento
perché anche nei sottosuoli c'era una guerra di predomini che ora non ricordo
e
d'aver penso nello stesso tempo la capacità delle mie chiome di crescere verso l'alto ad assorbire la luce del sole ed il conforto del cielo
eppure
in qualche raro momento di estasi
in un digiuno di pensieri
ho con le mie labbra sfiorato i frutti dell'albero di vita
So
che il nostro essere sulla terra è per ottenere la resurrezione dei nostri corpi animali