username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Ultima fermata

Sei scesa sola dal bus,
frettolosamente,
con un senso d'angoscia
timorosa ti guardi intorno.

Non c'è nessuno la strada è deserta,
nelle tenebre, in un cielo orbo
di stelle e vacante di luna,
solo alberi, verde e desolazione.

Le luci delle poche abitazioni
appaiono lontane,
con fare spedito ti avvii verso casa
ed al più piccolo rumore
ti volti spaurita.

Un attimo, una mano ti stringe il collo
fino a farti perdere conoscenza
l'altra ti cinge la bocca per non farti
urlare.

Ti dimeni cerchi di liberarti con tutte
le tue forze ma è inutile,
lui è più forte di te.
Lui è la belva e tu sei la preda.

Ti trascina portandoti in una vecchia baracca
cerca di spogliarti e ansimando cerca di farti sua,
di violentarti.

Reagisci raccogliendo le ultime forze,
ti ribelli e combatti una battaglia impari.

Non riuscirà a stuprarti, non lo farà
e sarà peggio, in un impeto di
rabbia, di frustrazione, comincerà 
a colpirti con violenza,
con ferocia e sarà la fine.

Probabilmente convinto d'averti
uccisa, preso dal panico,  
deciderà di sbarazzarsi del tuo corpo
buttandoti giù da un cavalcavia.

Morirai, dopo diverse ore di coma,
morirai.

Ma forse eri già morta
mentre come un animale arrabbiato
ti saltava addosso.

Eri già morta quando cercava,
sbavando, di violentarti.

Eri già morta quando con insensata
malvagità ti picchiava.

 

2
0 commenti     1 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

1 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati
  • Vincenzo Capitanucci il 08/02/2016 10:18
    C'è tanta brutta realtà in questa poesia.. Andrea. .. la strada è deserta e...

0 commenti:


Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0