Appassito in primavera,
nella più tenera stagione,
laddove germogliata vita, sorrideva.
Steppe nel viaggio
con entusiasmo galoppava,
non ammantando il casato, il più bel paesaggio.
Forzieri di brame e dolcezza,
custodivano le notti,
agli sbadigli mattutini, non levava amarezza.
Ora, assolto come cardellino
ossequi le cime del cuore,
cinguettando il tenero amore
che percepiamo tanto vicino.