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La francese

le gambe della francese erano tornite
e aveva due occhi neri belli come l'Africa
quando l'antilope la vince sul leone.

a volte la guardavo di nascosto imburrare
crostini di pane o condire l'insalata con aceto di Xerex;
erano cose così che colmavano l'aria di quella
vivace magia che ti spinge a comporre un qualsiasi testo letterario.

e la francese parlava perfettamente quattro lingue,
era laureata all'università di Lione con il massimo dei voti,
e quando facevamo l'amore diceva "yes" e "oui" e "ja" e "si"
con un filo di voce sottilissimo che pareva la tremula candela
accesa in una veglia di Natale.

quello che ricordo con maggiore fervore di lei
è la svagatezza, senz'altro la svagatezza, e
quelle stolide manie sulla moda che sono tipiche di
una jolie fille d'oltralpe.

non posso dire d'averla amata,
le volevo senz'altro bene e mi piaceva,
ma l'Amore è l'incendio che fa tremare
i fottuti treni in viaggio verso la Vita,
e io, in questo caso, sono riuscito
a tenere a bada le fiamme;

oggi m'andava di ricordarla,
forse perché sono diventato nostalgico,
forse perché il tempo dell'avventura è passato
e non tornerà, o forse chissà.

dunque,
Amandine questa poesia è per te.

 

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2 recensioni:

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  • andrea il 19/08/2016 08:26
    gran bella dedica, sicuro fosse solo un'avventura?
  • vincent corbo il 19/08/2016 08:18
    Mi piace: c'è un equilibrio sottile che regge il tutto.

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