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Una notte dalle braccia di serpente

sto scrivendo il sogno dalla tomba,
in una nottata qualunque,
dopo aver bevuto 3 Tennent's ed un Negroni
agitato.
sto seduto davanti alla finestra
in attesa del disastro,
in attesa della pulizia del mondo
o del suo declino;
le colombe hanno cagato nel pomeriggio,
il balcone è un Picasso d'escrementi,
e io mi chiedo,
dannatamente spremuto nei miei pensieri,
cosa significhi restare ancora qua,
tra il delirio e la risata,
tra gli eccessi della sensibilità e un cinismo cioraniano,
aspettando che l'estate passi
come tutte le altre cose,
cercando nella poesia qualcosa di decisivo,
una bellezza perduta accidentalmente,
uno spazio di estasi in questa vasta vallata di niente.
i pipistrelli volano come ricordi,
le automobili corrono verso l'insoddisfazione,
e la notte è una puttana che la conserva
facendotela sognare meticolosamente;
la mia tomba è il mio luogo preferito:
questa stanza, fatta di cose scarne,
di ciabatte e bottiglie vuote e libri,
di abitudini singolari e meraviglie automatizzate,
il Mediterraneo che sputa il suo cattivo odore
come napalm,
i quadri appesi che ricordano il miracolo,
un cane, lontano, che abbaiando si consola,
sono perduto perduto perduto.
adesso metto il vinile nel suo giradischi,
sperando che Mozart ricordi di me le fragilità,
voglio sentire altra melodia,
datemi la musica, datemi la musica...
tutto questo è un riquadro di miserie:
le colline che mugolano, il sogno che si frantuma,
sono solo in questa notte dalle braccia di serpente.

 

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • frivolous b. il 05/09/2016 09:48
    Tanti virtuosismi forse troppi... ma nell'insieme pregevole

1 commenti:

  • silvia leuzzi il 05/09/2016 23:50
    Brucia l'alcool nelle vene e i versi corrono e si affannano e così sfuma in un mare di contorte visioni il nostro quotidiano orrore.
    Ciao Ferdinando

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