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Una nuova giornata come una prigione spalanca i suoi cancelli

starsene la notte svegli a guardare
Pietà di Kim-Ki-duk
è sicuramente una cosa stimolante;
tutte le notti in bianco
passate
a fissare le tapparelle
chiuse,
aspettando l'abbaglio,
una semplice visione,
un grido fuoriuscire dalle budella,
quelle sono state un vero miracolo.
adesso sono le 9
e la pensilina dell'autobus
sotto casa tua
pullula di un formicaio della peggiore specie;
per un attimo pensi che questo sia
un movimento regolare,
una reazione saggia e normale,
ma poi sai
in fondo
che non dovrebbe essere così,
che tutta quella varia umanità
sovraccaricata dai pesi della fatica,
non merita questa agonia quotidiana.
pensi al miracolo di Walden,
a Sean Penn con il suo Into the wild,
alle fughe ai margini del conosciuto,
la Tanzania, il Guatemala, le Rocky Mountain americane,
e sorprendi quella vasta enormità di facce
in fallo, ancora una volta.
vorrei essere una scimmia,
bipede di dubbia intelligenza,
passare da stati di apparente inattività
a selvagge intromissioni nel mondo,
vivere per le mie banane e per qualche fugace scopata,
non avere grossi problemi di adattamento,
conoscere il mio territorio.
tutto questa ossessione per il pane
ha debilitato il nostro senso di libertà;
bisogna incartare l'agonia,
renderla impossibilitata ad agire,
è questo lo sciocco trucco
in un mondo di sciocche restrizioni.
ora metterò la caffettiera sopra,
andrò a controllare la posta elettronica
e fumerò una santa sigaretta senza pensare più a niente.
una nuova giornata
come una prigione
spalanca i suoi cancelli.

 

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 10/09/2016 12:04
    UNA SENTITA QUANTO ESPLICITA ET VERA OSSERVERVANZA POETICA.
    SERENO FINE SETTIMANA FERDINANDO.
    *****

1 commenti:

  • silvia leuzzi il 10/09/2016 12:10
    Sei forte amico mio, la leggerei con una musica rappata sotto, urlata piuttosto con ritmo ansiogeno e poi però dopo superba prestazione, beh amico andiamoci a bere una bella birra e a farci due risate, perché si avvicina un'altra notte e se non abbiamo le ossa rotte a romperle ci penserà la fantasia che, da brava strega, divora l'anima e a noi rimane la sega. Scusa lo sproloquio ma le tue poesie mi fanno tornare indietro nel tempo, quando avevo la testa nei libri e i sogni che ingolfavano i cassetti. Quando ritornavo a notte fonda e affumicavo la stanza con il fumo delle sigarette, piangendo e bestemmiando oppure deliziandomi davanti alla macchina da scrivere una vecchia Olivetti del 1941 di mio padre. Scusa mi andava di dirtelo ciao Ferdi

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