username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Il portantino

il portantino stava nella sua stanza
a guardare una partita alla televisione.
aveva i piedi appoggiati su una sedia,
grossi e pelosi piedi scalzi
che dondolava qua e là seguendo
un ritmo costante.

"ha lavorato al manicomio"
mi disse Vito
"li ha riempiti di elettroshock.
dieci anni di lavoro pulito."

Vito era il mio compagno di stanza.
smilzo e semianalfabeta,
aveva una conoscenza della vita pratica
da fare invidia a un grande accademico.

il portantino si alzò accendendosi una sigaretta,
fece quattro passi in direzione
del lungo corridoio centrale,
quindi, facendo balenare la carta
in sussulti di rosso vario,
diede un'occhiata verso la nostra stanza
con fare inquisitorio.

aveva occhi verdi che davano sull'azzurro,
piccolissimi e arcigni,
parevano due lumache sul fondo fangoso
della sua faccia.
era un uomo corpulento e alto,
un grosso anello con un brillante viola
giaceva incastonato nel tozzo anulare
della mano sinistra.

"cosa fate ancora svegli voi due?"
disse, allungando il dito
per indicare i nostri letti.

erano da poco passate le nove e mezza
e il reparto pareva una desolata stazione di paese
popolata da fantasmi.

Vito mi guardò. io guardai Vito.
"è un uomo cattivo."
disse lui, avvicinandosi al mio orecchio
per non farsi sentire.

"cosa confabulate, teste di cazzo?!
adesso chiamo il dottore e
ci facciamo una bella puntura."

la puzza d'ospedale come naftalina
s'arrampicava sulle mie narici
facendomi immaginare
suonatori di liuto
seduti in una scrivania aziendale.

presi Vito per il braccio
"andiamo a dormire."
dissi trascinandolo con forza
dentro la stanza.

 

0
0 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

0 commenti:


Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0