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I bambini che si amano

l'amore quando le bocche
sancivano col bacio
la chiusura ideale del cerchio
dell'intimità,
era un amore puro e sublime,
gli occhi relegati a strumento
di spiritualità suprema,
quel disinibito stare a fissarsi
nell'immobilità di un Tempo assente,
battere gli attimi con le nocche
-uno e due e tre e quattro...
aspettando l'apparire della Realtà,
non era cosa semplice,
non era volontà ma timore naturale,
le mani a cingere la vita
come per cercare di trattenere il flusso
intimo del suo corpo,
resistere per ore in una panchina del parco
senza pensare a nient'altro
che a quella vicinanza d'intenti,
il dolore altrui nel tuo dolore,
l'incoscienza di un momento ritrovato,
sapere per la prima volta comunicare
ciò che era incomunicabile,
era eroico e difficile e spirituale.
ora la freschezza di un amore bambino
è andata perduta
e il sesso rappresenta il fine e il mezzo
di qualunque rapporto con la donna amata,
c'è della tristezza nel bisogno costante
della carne,
una modalità senz'altro bieca
di voler possedere l'anima del tuo gemello,
ma l'anima sfugge,
si nasconde dietro il ricordo
della perfezione di un sentimento inripresentabile,
possederla è solo la prerogativa
dei bambini che si amano.

 

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1 commenti:

  • anna rita pincopallo il 17/09/2016 15:24
    complimenti la tua poesia fa nascere pensieri molto profondi bravo

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