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Ogni maledetta domenica

Il sogno del ragazzo grida: venerdì! venerdì!
ma adesso è arrivata la domenica
ed a Messina lasagne dalla consistenza di una bomba
galleggiano nelle pance sudate e segnate dal pelo,
del buon vino ha innaffiato gli stomaci,
il caffè ustionato le gole
nello sprizzare di una moka odorosa e lucente;
il sudore non è mai abbastanza
in questo Settembre dalla storia di morte,
sudano i vecchi uomini del Sud
mentre stanno seduti sul divano
a guardare un talk-show dai contenuti scadenti;
le massaie candeggiano le stoviglie
con fare annoiato
e i bambini, colmati dalle loro struggenti fantasie,
cacciano grasse lucertole in giardini malamente tosati.
il tempo della domenica è infinito, elastico,
si allungano le distanze tra la noia e
la realizzazione di un qualunque atto,
così il grande giorno del Riposo cattolico
si tramuta in una ressa dei circuiti della sopportazione;
agitando una Gazzetta dello Sport o leggendo un
Coelho dal dubbio interesse, i lavoratori
sublimano il calare delle palpebre con l'attività
intellettiva del castoro in calore.
c'è il tempo per una sigaretta, per una passeggiata
nei giardini pubblici, un film in una multisala scintillante
ed una cena a base di escargot in un ristorante francese,
poi si tornerà alla rapidità del quotidiano,
dannatamente assuefatti dalla vita,
mentre i secondi inseguono i secondi
in un ticchettare scandito da questo
Nulla che incombe.

 

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1 commenti:

  • Gianni Spadavecchia il 20/09/2016 16:56
    Opera molto valida. Hai descritto una "banale" Domenica in modo accurato ed attento, dimostrando che così scontata non è.
    Bella.

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