è da almeno
6 anni
che sono chiuso in questa casa
autonomamente tagliatomi fuori,
guardando il soffitto
e l'intonaco scrostato
di mura senza speranza;
attraverso finestre semiaperte
vedere il mondo fuori
rigogliosamente continuare,
invidiando e sognando tutto quello,
poi non sognandolo più.
la mente inventa nuove
strade da esplorare,
insensibile alla vita,
cerca la narcosi dal dolore,
cerca il silenzio, lo stordimento,
cose dettate da profonde interiorizzazioni
e poi cose non tanto interiori;
la mente cerca la fuga
in una stasi colmata da banalità,
così le gambe tremano,
la gola ingoia pillole e liquori
e aspira il fumo delle sigarette,
e la rabbia annichilisce
in un anticipo di morte
nel tempio del dolore.
6 anni sono un tempo in cui
il vuoto può diventare
una crepa incolmabile,
la mia vista s'annebbia dentro
una persistenza alcolica,
sono fermo in un posto
che è la mia stessa fragilità.