"allora!" dice qualcosa
ad alta voce.
riconosco il suono,
voluttuoso, impressionante,
ma non so da dove venga,
non so davvero da dove venga.
"allora! stupido pidocchio!
ha intenzione
di continuare ancora
questa pantomima?
non troverai mai
la luce nel soffitto
e le tende cominciano a bruciare!
non vedi?"
io arretro,
con le mani mi tengo le tempie,
sbatto sul muro
"chi sei?" domando.
"chi sei?"
"sono quello per cui Cristo
ha resistito sulla croce.
sono il silenzio del monte,
il cotone della nuvola,
la rabbia del toro
sbeffeggiato nell'arena.
capisci?"
"di rado" rispondo.
"e tu, stupido pidocchio!
tu, chi sei?"
"io... io... ma io..."
"tu non sei niente.
tu sprechi il tuo tempo
e le tue possibilità
perché non credi in niente,
e chi non crede in niente,
diventa niente."
"ma... ma l'amore... la poesia?"
"credi nell'amore?
l'amore è un cane
che viene dall'inferno
e ogni poesia scritta
ti ruba un pezzo di te.
ti lacera. dentro."
"ma in cosa credere, allora?"
"nella vita.
nel flusso costante
di luce che cela il vivere,
con crudeltà ed ardore."
"credo che preferirei morire."
"lo sei già.
sei già morto da tempo."