O mare lercio
sospinto dai venti
non conosco il tuo volere
solo il pensiero mi spinge
all'opposto dove riposi calmo
L'invisibile sibilar recide
gli ultimi orpelli, chi mai sarà
in questo spasimo a recitar sermoni?
O mare barbuto
ferito dal grecale
dai Campi Elisi ti riversi
in questo inferno di schizzi e flutti
nell'infinito ondeggiar della mia vita.