Due passi nella notte
molti tra le calde lenzuola
affondano il torpore in sogni e rimpianti,
l’uomo è sempre lì
raggomitolato nel freddo della via
a perdersi nei ricordi ormai sfumati
o a ricercare ancora il bicchiere
per annullare la mente,
“Che cosa sono io?”
sembra chiedersi
un barlume di uomo sganciato
mentre rimbomba ancora nel cervello esausto
la solita nenia della donna amata in un porto distante.
“Non è tempo di pensare.”
Sì, amico,
perché pensare?
quando ti è stato sottratto il languore del cuore
e la gente ti guarda pietosa
mentre versi lacrime amare
dettate da un destino di solitudine,
perché pensare?
quando il cervello offre crude accuse
per gli sbagli di una vita discesa all’incrocio,
perché pensare?
quando non riesci a sciogliere
le catene che ti stringono alla terra.
Barcolli un po’
ma devi pur rientrare nel rifugio di niente
per la fuga in un sonno che non ha colori.
Ma……aspetta…..
amico, ci credi?
…non sei più solo a versare lacrime
una mano si appressa a te
il fumo dell’alcool si evapora,
è un bimbo che forse ha smarrito la strada
o un amico che non vedi da tempo
o una mendicante dal volto di fata
o chi ancora riesce a muovere le labbra
in un’implorazione di aiuto.
“Ma forse hai bisogno di me,
è vero?
forse io ho bisogno di te
è vero?”
Uno sguardo una luce
“È così, non posso stare solo
a scartare i richiami del cuore,
io ho forse bisogno di te,
tu forse hai bisogno
di ritrovare in me le emozioni smarrite
in un lontano giorno
che non ha eco.”
E insieme vi incamminate
con un lieve sorriso
e le mani incrociate……..
Un chiarore nella notte
le luci dei lampioni si spengono lentamente,
l’aurora riscalda i volti
ancora nascosti nel sonno
con i raggi della speranza.