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Un luogo del cielo chiamato Laurino

Come l'ultimo soldato
asserragliato a difesa
del suo fragile fortino
stai sulla viva roccia
a contemplare la natura
rigogliosa che si stende
intorno al tuo pendio.

Nei tuo vicoli si respira
la polvere impalpabile
di tempi che furon aspri
e duri per i tuoi abitanti,
e i ruderi smembrati e diroccati
del castello son testimoni
di tempi di guerre e carestie.

Ma quando si arriva all'Annunziata,
quando si tocca con mano l'arte
antica che ti fece grande e bella
e che perduta fu per umana incuria
ci si immerge nel profondo della storia
e ci sembra di esser parte di un
disegno che non potrà aver mai fine.

E nella piazza dove pulsa il cuore tuo
e dove un tempo i saggi legiferavano
nel seggio affrescato e illuminato
dalla penombra di candele e torce
s'ode adesso il suono virtuoso e sincopato
di orchestre venute da lontano
a portar musiche d'altre latitudini.

La Collegiata appare all'improvviso
al viandante che attraversa il borgo,
e dentro è un trionfo di pregiati
pulpiti e scranni di legno intarsiati
da artisti insigni ed abili artigiani
dove monaci intonavano canti gregoriani
al Creatore del cielo e della terra.

Là sotto, nascosta, come sempre
avea vissuto, giace dopo un
peregrinare lungo e misterioso
il corpo della santa giovinetta
che vivendo di bacche e frutti offrì
in una grotta a Pruno la sua purezza
a Colui che move il sole e l'altre stelle.

Ai tuoi piedi giace ancora, seppure
in mutate forme e dedizioni

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1 recensioni:

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  • Francesca La Torre il 29/08/2017 15:16
    Veramente molto apprezzata per il contenuto e l'esposizione.

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