fin quanto potrò, amore,
nel silenzio della mia voce,
nel colore dei versi,
scendi sempre dalla tua luna
qui dove le pietre del giorno feriscono,
e le lucciole sono i filamenti
di milioni di auto in corsa,
scendi dove c’è ancora un’anima
imprigionata nel suo desiderio d’amare
e un fiore da donarti, forse l’ultimo
di questo ostile millennio,
qui dove l’abisso dell’indifferenza è orrendo
e scrosciano pianti, inascoltati,
senza fine…
stringimi se puoi e muta il grigio
col tuo azzurro e vedrai
il mio misero stagno diventare
oceano di luce