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D'abbaglio

Scoglio la sabbia che passa nube fra terra e cielo
che indossa lo zampillo alla sorgente d’orizzonte
andando giardino il mare fra gli alberi sudati delle navi.
Vela e remo per andare ali frammenti del vento in silenzio.
Fra amici risorge il sole nella stanza dei ciechi flauto.
E comincia parola quasi nota in un bicchiere sordo imbuto
all’abisso che da passante irreprensibile sporgenza sbuca
elegante d’abbaglio damerino a bere il cielo senza pioggia.
Una piccola casa fra costole ripiegate di ulivi e pini la riva.
Sul naufragio l’orecchio ode e tu cogli si scorre.

 

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4 commenti:

  • Tiziana Monari il 18/11/2007 08:46
    .. questa poeta mi sembra di conoscerlo... splendida Diego... ma tanto ormai o sai... baciobacio titty
  • tania tania il 18/11/2007 05:45
    Un tragitto tortuoso... quando credo di aver capito una frase mi scordo la precedente... ma non è una critica... mi succedeva anche a scuola con qualche filosofo un po'sibillino!!! A presto!

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