Un fiore dal dolce profumo,
stretto fra i rovi
sul ciglio d’un fosso,
alza il suo capo,
con segreto timore,
a guardar le corolle
poco più in là,
sul prato vicino
morbido d’erba.
Guarda, e pietosa
attende una mano
che tra i tenui
colori del prato
lo posi.
Augusto! Non sempre è facile raggiungere quel prato, ma, come dici tu, a volte dipende solo da noi. Ora quel fiore vive tra magici colori, ha trovato la forza di scavalcare i rovi e godere dei tenui e vivi colori del prato vicino.
Margherita, grazie per il tuo commento
Complimenti, molto bella, ottima metafora... Ci sentiamo un po' tutti così... Ma la colpa è nostra (genere umano) e comunque abbiamo la possibilità di raggiungerlo quel prato... mentre quel fiore, poverino...
Ciao!!!
vedo in questa metafora, la voglia di una persona che non si sente a suo agio nell'ambiente che la circonda, di essere, come dire, rapita e portata in un luogo a lei idoneo... però, forse, ho preso una cantonata gigi