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LETTERA A UN PADRE
Ricordo,
quand’ero piccina
mi chiamavi la Tata di babbo.
Mi piaceva quel nome.
A volte giocavi con me,
ma un bacio non lo ricordo,
né una sola carezza.
E poi son cresciuta,
ho cominciato ad avere pensieri
e la Tata di babbo è sparita.
Ma non quello è il mio primo ricordo,
un altro, in me sempre presente:
una donna che piange,
due bimbi abbracciati,
e un gigante vicino, cattivo.
E, ancora, ricordo quel giorno
che vicino alla casa giocavo
con la mia sola amichetta.
Mi chiamasti, io corsi
ignara e tranquilla;
e tu mi afferrasti
e con rabbia feroce
il mio piccolo corpo colpisti.
Perché lo facesti?
Ancor oggi non so.
Ma non piansi davanti ai tuoi occhi,
davanti al tuo amico:
ecco ciò che mi fece più male!
E quel giorno, uno dei tanti (troppi!)
che a casa tornasti
sulle gambe malferme
e la mamma picchiasti:
volevi strapparle il poco denaro rimasto
e abbrutirti ancor più.
Le notti insonni ricordo,
passate in attesa di sentire
il tuo passo insicuro salire la scala.
Il terrore bloccava il respiro
e la tua ira esplodeva.
E in me, bambina,
nascevano allora pensieri di morte.
Questi sono i soli ricordi che lasci,
non altri!
E insicurezza e paura i tuoi soli regali.
Ora sono donna, so amare,
e non l’ho imparato da te.
Ma ancora io cerco negli occhi
di un uomo tenerezza e sorriso,
che tu mi hai negato.
Però non so odiarti per questo.
Penso alla mamma...
bellezza e bontà nei suoi occhi,
ci amava, lottava per noi.
E tu l’hai distrutta!
Ecco, per questo non t'amo
o, forse, io soffro soltanto.
Per la sua vita sprecata,
per il suo viso invecchiato dal pianto
che ancora io sento,
per i suoi giorni lontani,
per il rimorso che ho dentro ad averla lasciata.
“Io sono il padrone!" - urlavi -
"Le decisioni sono solo le mie!”
Ma quando ero sola, sperduta,
e dovevi strapparmi a una vita infelice,
non c’eri.
Non c’eri neppure quando, malata,
avresti potuto non vedermi mai più.
Quando avevo bisogno di te,
padre… dimmi: “Dov’eri?”
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0 recensioni:
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Anonimo il 01/08/2011 20:10
deve essere tremendo elemosinare una carezza un sorriso dal proprio padre... tutta la rabbia il rancore... rimangono in fondo al cuore... e riaffiorano all'improvviso... per tutta la vita li portiamo dentro di noi... dove ancora esiste quella bimba percossa senza motivo... che ancora adesso si chiede il perchè... ti abbraccio ada con sincerità ed affetto carla
- Riletta grazie a presto
- Donato, grazie di cuore. Questa è una sofferenza che vive sempre in me.,. anche se ho imparato a giustificare, ma è difficile capire perché e dimenticare.
- Non ho parole! Avevo tanta voglia di piangere e liberarmi un po' e ti ringrazio di avermi dato queste emozioni e l'onore di aver condiviso con noi il tuo "fardello".
Sei una donna fortissima e un piccola insicura che convivono meravigliosamente! Un abbraccio coccoloso ad entrambe!
Grazie
- Vincenzo, le tue parole mi commuovono! Non posso che dirti "grazie di cuore" per la tua vicinanza, che sento molto forte. È un dolore che ogni tanto riaffiora, che mi turba ancora, ma che non mi impedisce di vivere, di amare e di sognare ancora.
- Davanti a confessioni come questa, io resto semre con una sorta di dolore dentro: le sofferenze degli altri sono le mie sofferenze, e non è retorica quello che sto dicendo. L'immagine di te bambina costretta a vivere una situazione angosciante come quella che tu descrivi è presente dentro di me, e ti avvicina alla mia anima in modo molto forte.
Questo è quello che io chiedo alla poesia, Ada: capire attraverso i versi l'anima di una persona, e tu con questa e con altre tue poesie che ho letto mi stai dimostrando di avere un'anima meravigliosa, fortificata dalle sofferenze che hai provato nel cammino della tua vita. Ma se tutte queste sofferenze alla fine hanno prodotto la persona meravigliosa che sei, sensibile, profonda, con una grande umanità e una grande attenzione agli altri, allora ti dico che esse non sono venute invano, e che sono state la creta con la quale è stata modellata un'opera d'arte stupenda: tu, tu con la tua immensa umanità e la tua grande intelligenza e sensibilità.
Io ti dico solo una cosa, Ada: più ti conosco e più ti voglio bene e ti sono vicino. Ti abbraccio con tutto il mio cuore.
- Alberto, Dio, come hai saputo interpretare bene i miei versi! Sì una sofferenza che spaccava il cuore, fatta di tante notti insonni, di cuscini bagnati di lacrime, della mia infanzia e della mia adolescenza sconvolte da scene che gli occhi di un bimbo non dovrebbe vedere mai. Ma ne sono uscita fortificata, conn un'attenzione particolare alla sofferenza altrui.
- Grazie, sei veramente gentile, Giovanni!
- Fulvio, Kate... ma voi volete farmi piangere? Sì, credo di essere ancora quella bambina nel cuore, ma con la consapevoleza di una donna che ha fatto della sua sofferenza un punto di partenza per aprire il cuore all'amore e alla dolcezza. Grazie, Amici, vi ho nel cuore e vi tengo stretti.
Anonimo il 22/06/2008 14:30
Ho cercato un commento,
delle parole,
ne ho trovate solo tre:
"ti voglio bene"
perche in qualche modo
tu sei sempre
quella bambina.
- Grazie Emanuele, sei gentile. Sì, c'è voluta parecchia forza per tirare fuori tutta quella sofferenza ed ancora adesso rileggendo o ripetendo nella mente questa poesia, (se così si puòchiamare) non posso fare a meno di sentire gli occhi umidi, ma mi ha anche aiutato a trovare il coraggio di superare esternando il dolore che covavo dentro e che qncora non è sopito completamente.
- Sara, Angelica, Maria Teresa, la sofferenza non ci fa dimenticare di amare sempre e comunque, ed io non ho perso questa capacità, anzi direi che è ancora più grande, come grande è stato il cuore di mia madre.
Grazie per il vostro affetto e le vostre belle parole.
Ada
- Amore nonostante il dolore sofferto. Molto belli i tuoi versi.
Anonimo il 11/01/2008 00:55
Ciao Ada, sai che piano piano leggerò tutte le tue poesie, perchè mi insegnerà a conoscerti sempre un po' di più.
Questa tua lirica è molto dolora e qualche passo lo riconosciuto, non so se la mia caopacità di rimozione è una protezione o un modo per continuare ad amare.
Complimenti, molto sentita.
Angelica
- Vero, Skoiattolo. Può vivere un bambino, provando solo terrore per la persona che dovrebbe amarlo più di tutti al mondo?
Grazie.
Ada
- Non auguro a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico di avere un padre come il tuo... per fortuna hai avuto il coraggio, sei riuscita a ribellarti, anche se da piccini non è facile lo so... temevi per te e tua madre. Ora sei una donna meravigliosa e di questo non devi ringraziare lui, meno male.
Bellissima poesia.
- Grazie a tutti voi!
Non è stato facile scrivere questi versi, che mi procurano ancora adesso un pianto muto nel cuore, le cui lacrime non sono mai state asciugate.
Non so odiare, la sofferenza è stata troppo grande, mi ha riempita tutta, non lasciando spazio ad altri sentimenti, se non l'amore.
Un caro saluto a tutti.
Ada
- che dura e dolorosa questa lettera, ancora quel grido "dov'eri" che rimane inascoltato. Molto brava Ada, hai rovesciato le tue emozioni con coraggio e forza
- Molto forte in parte ti capisco!! ho vissuto anche io momenti come i tuoi la violenza che ho visto mi ha distrutta! facendomi diventare la donna insicura che sono adesso! ma mio padre forse aveva delle motivazioni, ed io l'ho capito troppo tardi!! e ho il rimpianto adesso! di non aver capito! ma forse da bambini non si capisce... ti sono vicina! complimenti per come hai scritto questa poesia cosi drammatica.. brava.
- Molto triste e commovente. Realista
- Poesia dolorosa e molto reale.
Un padre padrone che non sà amare neanche i suoi figli!
Ada, è una triste realtà quella che rispecchi nella tua poesia.
Si può perdonare la indifferenza e la violenza di un padre?
- Molto toccante e dolorosa... vuoi sapere perché lui non vi ha amate... vuoi sapere perché lui non c'era quando avevi bisogno di lui... ma in questa tua sfortuna... hai una madre fantastica che decrivi con amore... da lei hai imparato ad amare e a vivere! Almeno hai avuto lei!!! BEATI MONOCULI IN TERRA CAECORUM (beati i guerci nel paese dei ciechi)... Brava Ada... mi è piaciuta..
- Lirica davvero commovente.
Esistono angeli che quando sono senza ali si chiamano mamma e papà... vale sempre la pena perdonare...
Un abbraccio. Molto bella la lirica.
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