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ASSENZA (liberamente tratta dal libro LOLITA di V. Nabokov)

Bastava un tuo sorriso
per mostrarti bella dentro e fuori
come un inno alla grazia,
malgrado le tue smorfie ed i tuoi capricci,
desiderabile,
nè donna e nè bambina, favolosa e splendida
con la tua travolgente sensualità acerba
mista di malizia e d'innocenza.
Eri un cucciolo indifeso tra le mie braccia,
non riuscivi a tirare fuori
la donna che stava nascendo in te.
Di quella mia incantevole Lolita
che mi aveva stregato persino l'anima
fino a possedermi del tutto,
e del suo sconvolgente modo di essere,
non mi rimane ora
che l'eco di un coro di fanciullesche voci
udite in lontananza e perdute per sempre
come foglie morte sparse lungo il sentiero
in una stordita calma irreale.
È la mia fine come uomo,
l'apice della mia ispirazione come artista.
La mia vita è ormai alla deriva
nelle mani di una bambina,
obbedisce al tuo volere
senza più orgoglio, senza dignità.
Mi tormenta l'immagine dei tuoi coetanei
che posano i loro sguardi di desiderio
sul tuo giovane corpo.
È folle il pensiero che la tua verginale bellezza
appartenga esclusivamente ad un uomo della mia età
ma più ti sento irraggiungibile
e più cresce in me il desiderio di averti.
Come un vecchio mendicante ormai solo ed esausto
chiedo ancora ad una ragazzina che non ha colpa
l'elemosina d'un amore che mai potrà darmi.
Un amore impossibile, assurdo, folle
incomprensibile, a senso unico, non corrisposto
ma pur sempre un amore!
Forse sono posseduto dal diavolo
o forse ho solo qualche rotella fuori posto
è tutto così assurdo e illogico
ma io credo di amarla.

 

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4 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 29/04/2013 11:51
    Sono passati anni da quando ho letto Lolita, ma il film di Kubrick l'ho rivisto poco tempo fa. Devo dire che la tua poesia ne rende bene l'atmosfera. Come mai questa scelta? C'è qualcosa di autobiografico?

4 commenti:

  • Ugo Mastrogiovanni il 22/01/2008 12:59
    Il poeta si fa fanciullo come la sua favolosa attrazione “nè donna e nè bambina”; si perde in uno scroscio di voci giovanili che riconosce a fatica perché lotta tra la sua realtà matura e l’acquisita ingenuità. Il verso palpita con una volontà illegittima ma feroce e soffre di una speranza che forse resterà illusione.
  • Gabriella Salvatore il 21/01/2008 22:42
    bellissimo libro, bellissimo film. quello di Kubrik, intendo!
    Bella poesia
  • celeste il 20/01/2008 17:11
    non è male

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