Ho varcato io pure
la porta del non ritorno
ove robusti negrieri,
frustavano a sangue,
mandrie di schiavi.
Ho veduto la angusta porta.
E le pelli, strappate alle membra,
ancora attaccate al suo stipite.
La lunga scalinata,
consumata,
da milioni di strusci.
E il mare!
Azzurro,
e più in là,
di un verde smeraldo;
ho inteso il suo lento respiro.
La brezza,
pregna di salsedine,
si inerpicava lungo il pendio
saziandomi di profumata frescura.
E giù,
in fondo,
ancora intatto,
il molo.
E gli attracchi, ove lunghe navi,
in disciplinata attesa,
inghiottivano poi,
lunghe fila di Anime,
curve,
sotto il peso del calvario.
E sentir mi parea
l'eco di strazianti grida
risalire dalle profonde stive,
che,
cavalcando la brezza,
andavano a perdersi
nelle foreste
dell'immenso altopiano
d'Africa.