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Scorci panoramici

Cimiteri irti di nere lapidi, simulacri antichi di Vite spese inutilmente,
sgangherati marmi simili a denti guasti in oscene fauci.
Questo è il panorama che, quotidianamente, si offre
a chi è in stretta confidenza, ed abusa, delle alcoliche bevande.
Sugli scheletrici rami dei cipressi,
che di verde ormai hanno solo uno sbiadito velo,
sostano appollaiati, come le scellerate Arpie,
squallidi avvoltoi che coi taglienti rostri e il becco adunco
faranno strame del mio corpo decomposto.
Cipressi, inquietanti, artritiche dita che puntano accusatrici
verso un cielo plumbeo, nel quale mai rifulge il sole.
È mai possibile che al mio sguardo non si offra altra visione?

Che pazzo! perché non ci ho pensato prima!?
è sufficiente aprire un'altra finestra, quella sull'ala opposta del palazzo.
Già, detto così può sembrare cosa da niente,
ma il corridoio attraverso il quale poter giungere alla finestra giusta,
ha il fondo delicato e non reggerà il peso che trascino meco,
gravame che è la somma di bottiglie, calici, catene, liquidi inebrianti.
E allora?
come direbbe S. Holmes: elementare Watson!
Via tutto il ciarpame,
così il minore peso mi consentirà di giungere alla finestra nuova.
Le mani tremano quando giro la maniglia,
si apre,
finalmente mi affaccio e ricevo il bacio del sole caldo,
dalla sua Luce son purificato,
ciò che scorgo è talmente diverso dal panorama precedente
che non riesco a mettere insieme le parole adatte,
a comporre versi che gli rendano il merito dovuto,
ma chi come me è riuscito ad aprire la finestra nuova
sa di ciò che parlo e mi comprende.

 

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2 commenti:

  • claudia checchi il 08/05/2008 18:34
    Devo dire che questa opera e' molto suggestiva. e mi trovo d'accordo
    che tiene i nervi tesi ciao ciao
  • celeste il 04/02/2008 18:40
    Un ristoro per i nervi tesi

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