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Octopus macropus... l'energia divina

Non posso lasciarti
In queste acque nere
D’inchiostro

Io il multicolore
L’arcobaleno inganno senza ambienti

Degrado dal bianco
Fino al nero
In grigi rosa
Rosso e violetto

Immergerò le mie mani
Spezzando la tua crosta
E anche se tu le morderai
Staccandomi con le tue pinze
ventosa per ventosa
Ti terrò stretto nella mia morsa d’acciaio
Non ti mollerò

Quante volte hai divorato
Le mie braccia fino al tuo cuore

Ma che importa ricresceranno
Sempre avida è la vita

Celestiale creatura
A metà strada fra le piante
Marina fra gli uomini

Ho cugini più piccoli
creatori immensi di muri
Dove s’infrangono oceaniche le onde
In melodie sovraumane alla Beethoven

Su ritmi corallini danza il dente del barracuda

Sono amico delle sirene e
Vivo in buie taverne
Nel ibrido canto di marinai sperduti

Il pericolo
tenero piccolo granchio
Che tu potresti non accorgerti di me
Ed io non scorrere libera in te

dove la mia forza occulta stagna
impazziranno d’angoscia le voci della tua cellula

in un macabro eterno
i tentacoli del mio corpo inerme si riprodurranno

Ed io da polpo non essente divento polipo morente

 

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1 recensioni:

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  • Grazia Denaro il 06/03/2012 23:14
    Un polipo è una creatura multimediale, con le sue innumerevoli branchie, fa tanta preda, ma malgrado ciò c'è sempre colui che riuscirà a colpirlo fino a farlo morire, a parte gli arpioni e le fiocine degli uomini che ne hanno sempre ragione della sua vita. Bella poesia apprezzata!

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