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Come la morte

La violazione
cruenta
t'ha soggiogato
Il peso sulle reni
impresso il marchio dell'infamia
Pretendesti l'immunità
nell'età imprudente
vagando per la resola oscura
affianco di un'orgia d'animali insani
di lussuria deliranti
Fra loro
il più crudele
concupì il possesso
della sensualità incelabile
nell'ingenua tua figura
Opponesti un rassegnato resistore
che la minaccia di morte
era nella sua ruvida stretta
nelle sue spietate percosse
Stillarono sangue
gli occhi vitrei
in una fissità siderale
insieme alle stelle
così lontane
e la purpurea luna
L'anima franò nella nuda terra
sepolse la sua luce
I sentimenti nascosero i loro petali
in fondo alla gola strozzata
I sensi seccarono la fresca rugiada
sui pori offesi
Quando il lurido maiale
egli stesso sfinito dal suo vomitato letame
sbavò il suo ultimo marciume
sulla tua candida pelle
di pesca odorosa
riofiorì timido il respiro
l'ultimo artiglio della belva
si confisse ancora
nella tenera carne
Avrebbe
quel ricettacolo di tutti i putridumi
ripreso volentieri
la tortura maledetta ed efferata
avrebbe
la sua mefistofelica smania
continuato
potendo
per sempre
nell'ignobile follia

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1 commenti:

  • laura cuppone il 12/03/2008 00:36
    ... liquido sale dai miei occhi...
    Simone.. non ha colpa l'assenza e l'ignorare..
    il silenzio.. assenzo..
    lui si che é predatore..
    non hanno colpa maschere e cuciture e aghi che rattoppano cuori di pezza..
    ..
    mi fermo ora.. qui dove sei tu.. e mi siedo accanto a te..
    Laura

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