Ed ecco che la bambina pianse
Un’urlo inconfondibile
la vera essenza della disperazione
Oltre la tomba la vita
oltre la luce il vero
nella sfinge ultrasuono della violenza
Che infrange le indelebili frontiere della perversione
Sogno della luce lontana
Sogno l’urlo incontaminato della passione
Le voci confondono la passione
Credo che tutto sia vano
Posso captare l’essenza della perversione umana
Che accompagna la vera libidine dell’uomo
Posso accontentare tutti nel viaggio
Dell’immaginario
Posso intuire la debolezza dell’animo umano
Nella sua incertezza
Nel suo schifo tirannico
Nella sua ipocrisia.
Magari domani.. nel giorno che finisce
Possa il contrario della luce della luna pensosa
Cambiare l’io dell’ inquietudini
ne possa intuire
le passione
del veggente che camminando
improvvisa il canto dell’immacolato
nella tremenda e paurosa cupola di sangue che imperversa
sulla felicità dell’ipocrita
vedo… vedo …
Nel tempo che tramonta
la vita che svanisce
impietrita
nel suo disordine.
che nell’irreale
determina
la costante verità dell’inutilità
nell’ultimo verso
la fine
nel sentimento apocalittico
la fine
solo la fine
La morte svanisce all’albeggiare del grido
Di dolore che nell’insensataggine ti riagrappa all’unisono
Dell’alabastro sentimento
La follia imperversa
L’inutilità del vero può nell’insolubile agonia disperdersi col vento