Vie in terra battuta, remote estati,
per noi ragazzini distinti dai villini
lo sporcarsi, concessa trasgressione.
Ricordi? Vito, Sara, Lina e tutti gli altri,
a “invidiarci” i panini e la nutella,
devoti a un’ingiustizia e cosi scaltri
e anche per loro un marrone baffo.
Tu leggevi di Saffo e dei tuoi amori:
le risa, il fare tardi, i primi odori:
dono per le nari ballando stretti stretti
seppellivano il resto nelle arse sciare.*
Ora c’è un medico, un legale, un professore,
e tu paffuta, sei una speziale ;
cosi ti chi chiama chi,
alla fine, hai scelto;
forse perché più svelto o fortunato,
o forse noi che abbiamo solo errato.
Come anatroccoli vedono il precedente
non sanno che più avanti gli altri sono andati.
Spariti per diverse e uguali strade.
Solo io leggo il contorno dei tuoi occhi …
Di vie asfaltate, pianti e odori amari
del decomporsi di una donna viva.
Schiva da Nino, Lina e tutti gli altri,
che comprano rughe per il buon raccolto,
e un marito che le porta alla balera,
triste gli invidi il sabato sera.
*pianura semibrulla di origine vulcanica.