Nelle ore del mezzodì
quando sale il calore
dagli asfalti sciolti dal sole cocente
e intorno regna la pace,
splendido è oziare sdraiato all'ombra,
con un lieve vento che soffia in poppa,
stare lì a contemplare,
il lento scorrere delle cose,
sentendo nell'aria i profumi,
i sapori, della quiete del mezzodì.
Le orecchie si tendono
alle poche parole che stanno nell'aria,
sono grida di gioia,
di giochi di bimbi nelle ore d'estate.
Non perdono mai la voglia,
nel vento, nel freddo, nella tempesta
o nel sole di questa mia dolce estate,
di gioiere alla vita,
non badano alle grida degli anziani,
vecchi tristi
che non ricordano i loro giorni dell'infanzia,
ne trascurano i borbottii,
incuranti se ne scappano urlando.
Pare che l'aria si possa tagliare a colpi di mano
che nemmeno le mosche abbian voglia di volare.
È densa la pace che ovatta la realtà,
è profumo di quite che si sente alla gola,
stringe forte per far sentire che esiste
ma in ogni attimo in cui tendo la mano
quasi per poterla afferrare,
rimane la sabbia e la cenere nel vento a volare.