Ogni tanto riposo su questa finestra
poi sporgo pian piano
le mani le braccia la faccia la testa
prudenza ne ho tanta e anche paura
che il mondo tradisca ogni sua creatura
Volgo lo sguardo al superficiale
Mi giro mi volto guardo la gente passare
Ma lì oltre la strada si scorge una casa
Matti, sì definiti da altrui timori,
Nel prato seduti a rincorrer la vita
parlano discutono
Si alzano e ripetono
E non pensano ad altro
Ogni tanto viaggiano
chiusi a chiave nella loro follia
I matti
Il tempo non li tocca
Il sole la pioggia
La mattina e la sera
Loro sono lì, immagine nel tempo
Se la prendono con la vita
Ricamano sogni
li trasformano in realtà
I matti non hanno donne
A cui mostrare le stelle, la luna, i tramonti
La piazza ride di loro
E loro ridono della piazza
e sono sempre in gruppo e discutono
ma ognuno è solo
Ogni tanto sorrido quando vedo i matti
E poi penso, ripenso e non capisco
Come giri questo mondo e perché ci sia
di là la realtà e qui l’ipocrisia.